Gotica La Via
Luoghi, storia e natura

Luoghi, storia e natura

La Linea Gotica è la storia di territori aspri e di gente sconosciuta, di piccoli paesi e comunità che si ritrovano sul passaggio di un fronte di guerra, teatro di battaglie cruente e di massacri di civili, che vede stazionare la guerra per mesi e mesi e sorgere spontaneamente la resistenza partigiana e forti sentimenti di fratellanza e solidarietà.

Uno scenario di distruzione e desolazione, teatro di combattimenti fra l’esercito degli alleati che avanzava dal Sud Italia e i nazifascisti in ritirata verso Nord, lascia oggi il posto ad un paesaggio bellissimo, testimone di quanto è successo, e del sacrificio di molti.

GEMMANO

Tra il 4 e il 15 settembre 1944 Gemmano, paesino di circa mille anime dell’entroterra di Rimini, vive quattro attacchi degli alleati inglesi contro l’esercito tedesco. Alla fine degli scontri si contano circa 900 vittime.

Per la violenza e crudeltà di questi 11 giorni di bombardamenti, Gemmano diventa il paese simbolo degli attacchi tra l’esercito tedesco e gli alleati in Valconca, passa quindi alla storia come “La Cassino dell’Adriatico”.

MONTEGRIDOLFO

Montegridolfo, Valconca, Rimini. Un borgo medievale, arroccato su di un colle da cui si domina tutta la Valconca. Sono queste le caratteristiche che rendono Montegridolfo, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, di primaria importanza strategica sulla Linea Gotica.

Dominare la Valconca era un obiettivo delle truppe nemiche, gli scontri qui, né da una parte né dall’altra, non si sono risparmiati.

FRAGHETO

Primavera 1944. Fragheto è un piccolo borgo, frazione del comune di Casteldelci, situato nella zona appenninica a cavallo tra Marche e Romagna, nell’Alta Valmarecchia.

Il 7 aprile del 1944 a Fragheto si compie uno dei più efferati eccidi rimasto non solo nei libri di storia, ma anche nella memoria di tante persone.

Vittime della rappresaglia nazista, a seguito dell’uccisione di due soldati tedeschi, sono 30 persone tra donne, bambini e anziani, ritenuti indistintamente nemici e collaboratori dei partigiani, mentre i giovani e gli uomini del borgo si erano in precedenza nascosti nelle vicinanze. Successivamente allo sterminio, vengono date alle fiamme alcune case e la canonica della chiesa.

MONTE CECE E CASOLA VALSENIO

Ottobre 1944. Mentre si combatteva sul monte Battaglia, nella valle a fianco del Senio, si svolgeva la Battaglia di Monte Cece, partigiani affiancati dagli alleati inglesi contro i tedeschi in condizioni impervie e sotto la pioggia e nel fango.

La battaglia durò quasi due settimane, con un primo attacco, il 3 e 4 ottobre, contro i tedeschi attestati sul monte, ed un secondo il 5, 6 e 8 ottobre. Grazie ai rinforzi (il corpo dei Duke’s), gli inglesi, nonostante ingenti perdite, compreso il comandante del reparto, riescono a disperdere il nemico e a conquistare la vetta del Monte Cece.

Casola Valsenio viene liberata a fine Novembre del 1944 dall’8° Divisione Indiana, che sostituì gli inglesi nella zona, perché spostati a difesa del Monte Grande.

CASTEL DEL RIO

Punto nevralgico nell’inverno 44-45, qui per nove mesi stazionano gli alleati, che, a causa del mancato sfondamento della Linea Gotica al passo della Futa, sono costretti a deviare verso est nella valle del Santerno.

LA BATTAGLIA DI PUROCIELO

La 36°Brigata Garibaldi Bianconcini, una delle Brigate più numerose e organizzate di tutto il territorio tosco-romagnolo, non lascia tregua alle truppe nemiche. Tuttavia, tra il 10 e il 12 ottobre ha luogo una delle battaglie più “importanti” per tutta la Brigata. In quei giorni, nel tentativo di sfondare il fronte, la Brigata si scontra aspramente con le truppe tedesche. Nel corso della battaglia saranno numerose le perdite per entrambe le parti.

MONTE BATTAGLIA

L’ultimo bastione naturale da superare, dopo avere sfondato la Linea Gotica al Passo del Giogo e al passo della Futa, era Monte Battaglia, tra Casola Valsenio (RA) e Castel del Rio.

Nella seconda metà del settembre 1944, la 5a Armata americana punta su Firenzuola (FI) e prosegue in direzione di Castel del Rio e Imola.
La montagna era presidiata da un battaglione di patrioti italiani (36° Brigata Bianconcini) che agevola l’entrata del Battaglione USA, come riporta uno storico americano.

VENA DEL GESSO

Autunno 1944. La Vena del Gesso, oggi patrimonio mondiale dell’umanità, è stato il baluardo naturale, sfruttato dai Tedeschi, per fermare l’avanzata Alleata.

Nel corso della primavera del 1945 le battaglie si concentrano sui Borghi di Riolo e Tossignano che vennero conquistati a prezzo di notevoli distruzioni e perdite umane.

CA’ DI GUZZO

Una tra le più forti brigate dell’appennino tosco – emiliano, la 36° Brigata Garibaldi Bianconcini contava più di 1500 partigiani e aveva la sua base tra il monte Altello e Carzolano

La sera del 27 settembre la I° compagnia della 36a brigata Bianconcini Garibaldi, al comando di Umberto Gaudenzi e della quale facevano parte 52 uomini, dopo una lunga marcia di trasferimento, sosta a Ca’ di Guzzo, una casa colonica in frazione Belvedere di Castel del Rio, abitata dalla famiglia di Marsilio Salvatori.  

Durante la notte i tedeschi attaccano i Partigiani e ne segue una cruenta battaglia in cui cadono oltre 140 tedeschi e una trentina di partigiani. Sul luogo viene trucidato anche il giovane studente di medicina Giovanni Battista Palmieri rimasto per curare i soldati sopravvissuti.

IMOLA

Città medaglia d’oro al valore militare.

Da Imola, a ridosso della Linea Gotica, partono Giovanni Nardi “Caio”, Andrea Gualandi “Bruno” e Luigi Tinti “Bob” che, insieme a Libero Lossanti “Capitano Lorenzini”, Ernesto Venzi “Nino” e Guido Gualandi “Moro”, sull’appennino tosco – emiliano danno vita alla 36°Brigata Garibaldi Bianconcini.

Nel frattempo, silenziosamente, lungo i vicoli del centro storico, Imola con tutta la cittadinanza unita, si stava organizzando per far valere la causa della libertà.

CASETTA DI TIARA

Appennino Tosco-romagnolo. La 36° Brigata Garibaldi Bianconcini, formatasi tra l’8 settembre 1943 e i primi mesi del 1944, agisce sui monti forte delle sue conoscenze del territorio, tuttavia, il 10 maggio 1944 a Casetta di Tiara, in un borgo sperduto sulle montagne vicino a Firenzuola, otto partigiani cadono vittime di un’imboscata tesa da 120 soldati tedeschi.

PASSO DEL GIOGO

Nel settembre 1944 il Generale Clark, comandante della quinta armata, decide di sfondare la Linea Gotica dal Passo del Giogo.

L’esercito alleato, a sorpresa e con un grande spiegamento di truppe, attacca il Passo del Giogo riuscendo a creare una breccia di oltre 8 km nel sistema difensivo tedesco della Linea Gotica.

L’esercito tedesco, benché preparato per uno sfondamento dal Passo della Futa (Bologna), oppone una grande resistenza presso Monticelli ed il Monte Altuzzo.

Dopo giorni di duri scontri e gravi perdite, grazie al rinforzo degli Inglesi, il 17 Settembre viene conquistato il Monte Altuzzo e il 18 Settembre gli alleati riescono ad avanzare sul territorio. 

TRINCEE IN APPENNINO – GREZZANO

Il territorio attorno al piccolo borgo di Grezzano, alle pendici dell’appennino fiorentino, fra i passi del Giogo e della Colla di Casaglia ha vissuto da vicino le vicende legate al secondo conflitto mondiale, soprattutto durante la ritirata dell’esercito tedesco.

Qui infatti, la resistenza partigiana e le rappresaglie naziste hanno lasciato segni e ricordi nella popolazione che partecipò alla costruzione della Linea Gotica: fra il Passo della Futa e il Passo del Giogo si concentrarono infatti le maggiori costruzioni dei sistemi di difesa, e per questo fu necessaria molta manodopera.

La Todt per questo si avvalse dei prigionieri di guerra e reclutò numerosi cittadini della zona, che accettarono il lavoro per evitare l’arruolamento nella RSI ed altri per non rischiare di essere spediti in Germania.

LE SPIAGGE E I DIACCI – RIFUGI DEI PARTIGIANI

Nella primavera ed estate del 1944, Le Spiagge, oggi un ristorante con alloggio, diventa il rifugio dei partigiani sfuggiti ai grandi rastrellamenti del Marzo 1944. Le Spiagge, quindi, diventa la prima sede del comando della 36ma Brigata Garibaldi Bianconcini, guidata da Bob (Luigi Tinti, medaglia d’argento).

VALIBONA

Valibona è una borgata sui monti della Calvana, al confine tra la provincia di Firenze e quella di Prato, fra monte Maggiore e monte Cantagrilli.

Valibona si trova in posizione panoramica e la notte tra il 2 e il 3 gennaio 1944 è teatro di una sanguinosa battaglia tra la brigata partigiana Lupi Neri, guidata da Lanciotto Ballerini, e i nazifascisti.

Un gruppo di 17 giovani partigiani, che dormiva nel fienile, a seguito di una spiata, viene circondato e attaccato all’alba da forze fasciste. 9 di loro riusciranno a fuggire, gli altri, tra cui Lancillotto Ballerini, moriranno sotto il fuoco nemico.

A seguito di questo primo episodio di resistenza partigiana in Toscana, i superstiti riformano la brigata, dando vita alla 22ª Brigata Garibaldi “Lanciotto” che, nell’estate del 1944 contribuisce alla liberazione di Firenze. Nel 1946 Lanciotto Ballerini è stato decorato con la medaglia d’oro al Valor Militare.

MONTE MORELLO

Sul Monte Morello agivano numerose formazioni partigiane di piccole dimensioni, per lo più erano bande composte da uomini che avevano perso i contatti con le formazioni più grandi.

Il gruppo più numeroso era formato da partigiani staccatisi dalla Brigata “Lanciotto Ballerini”. Dall’aggregazione di queste bande nacque la Brigata “Fanciullacci”

MONTE GIOVI

Monte Giovi, un monte intriso di storia, racconti e vite legate alla resistenza.

MONTE GATTAIA

Il Monte Gattaia si trova a ridosso della Linea Gotica e fu luogo di organizzazione e rifugio di gruppi partigiani del Mugello. E’ un naturale luogo di passaggio tra Toscana e Romagna e da qui passavano i primi collegamenti su strade ferrate per collegare Firenze con l’Emilia e la Romagna, passando da Marradi e Faenza (Ferrovia Faentina del 1893). Il tratto, particolarmente incuneato nell’Appennino e difficilmente attaccabile dagli aerei alleati, era stato scelto dai partigiani per le azioni di sabotaggio

MONTE JAVELLO

A cavallo tra la Provincia di Prato e Pistoia si trova il Monte Javello, teatro, per lunghi mesi, di numerose battaglie tra l’esercito tedesco, quello alleato e i partigiani. Qui, infatti, si rifugiano tanti giovani che, non volendosi arruolare nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana, scelgono “la via dei Faggi” dando vita alla Brigata Buricchi.

Assieme alla Brigata Buricchi qui opera anche la squadra partigiana Storai, che dopo l’azione armata del 22 marzo contro i nazi-fascisti sul Poggio alla Vecchia, per impedire un rastrellamento, attraversa il Bisenzio e i monti della Calvana in direzione Falterona. Dopo diversi scontri tra partigiani e tedeschi il 5-6 settembre i partigiani scendono a Figline per liberare Prato, anche se, purtroppo, 29 di loro vengono catturati e impiccati.

PIANOSINATICO

Pianosinatico, paesino di poche anime in provincia di Pistoia abbarbicato sull’Abetone, e in generale tutta l’area di Cutigliano, vede l’infittirsi di soldati tedeschi provenienti da nord ma anche da sud. Qui la Linea Gotica diventa un punto strategico.

Pianosinatico era rimasto l’ultimo baluardo dell’esercito tedesco. La lotta partigiana, inutile dirlo, non si risparmia. Manrico Ducceschi, detto Pippo, a capo della XI^ zona (brigata toscana) assieme a Filippo Papa, detto Filippo, a capo della Brigata Costrignano (divisione partigiana Modena) si alleano.

Partigiani toscani ed emiliani quindi si uniscono e combattono fino al 19 Aprile 1945, poco prima della liberazione di Bologna.

BOSTON BY WAY

Autunno 1944. Le truppe americane sono impegnate in prima linea alle pendici del Monte Grande – Castel San Pietro Terme (BO). La “Boston by way” è il nome della strada che l’esercito americano costruisce per portare rifornimenti alle truppe impegnate nei combattimenti.

MONTE SOLE

Agosto 1944. Il consenso delle comunità montane verso la lotta partigiana aumenta sempre più, tutto questo l’esercito tedesco non se lo può permettere. Il feldmaresciallo Albert Kesserling decide di fare “terra bruciata” attorno ai partigiani ordinando lo sterminio delle comunità montane.

29 settembre – 5 Ottobre: eccidio di Monte Sole, conosciuto anche come strage di Marzabotto

MONTESE

Montese, Medaglia di bronzo al Merito civile, nella fase finale della Seconda guerra mondiale rappresenta il margine nord-occidentale della Linea Gotica, l’ultima difesa tedesca contro l’avanzata degli alleati in Italia.

I tedeschi, provenienti dal fronte toscano, arrivano a Montese alla fine dell’estate 1944.

A novembre, nel settore tra bolognese e modenese arrivano i soldati brasiliani della FEB, la Força Expedicionaria Brasileira; nel gennaio 1945, invece, arriva la 10a divisione da Montagna USA, l’offensiva finale sta per iniziare.

Gli attacchi alle difese tedesche del 18 e 19 febbraio sui crinali del monte Belvedere hanno successo e, in pochi giorni, gli americani liberano Iola di Montese.

Dopo aver consolidato le posizioni, il 14 aprile la Quinta Armata si lancia nel balzo finale verso Bologna e la Pianura padana

MONTE TERMINALE

La mattina del 3 marzo, dopo una notta piena di combattimenti, gli uomini 10a divisione da Montagna americana scardinano l’esercito tedesco e possono dichiarare Monte Terminale libero!

MONTE PIGNA E MONTE ROCCA

14 Aprile 1945, a cavallo tra la provincia di Bologna e la provincia di Modena la guerra sta sferrando gli ultimi colpi. La 334°divisione della fanteria tedesca aveva fortificato da tempo il Monte Rocca e il Monte Pigna, ma con l’avanzare del fronte arrivano gli alleati americani, che con la 10° divisione Mountain sconfiggono l’esercito tedesco costringendolo alla ritirata.

Il 14 aprile 1945 da mattina a sera si susseguirono bombardamenti che sconvolsero gli abitanti. A testimonianza di tutto questo sono ancora visibili i segni nel terreno dei bombardamenti americani, oltre che tracce di postazioni tedesche.

SANT’ANNA DI STAZZEMA

Agosto 1944. Il consenso delle comunità montane verso la lotta partigiana aumenta sempre più, tutto questo l’esercito tedesco non se lo può permettere. Il feldmaresciallo Albert Kesserling decide di fare “terra bruciata” attorno ai partigiani ordinando lo sterminio delle comunità montane.

12 agosto 1944: eccidio di Sant’Anna di Stazzema

LE APUANE

Nel posto più bello del mondo”: così scriveva un corrispondente di guerra americano nel freddo inverno del 1945, mentre raccontava il tentativo fallito di varcare la Linea Gotica ai piedi delle Alpi Apuane. – Linea Gotica e Sentieri di Pace nelle Alpi Apuane –

Autunno 1944 – Inverno 1945. A cavallo tra la Versilia e la Garfagnana si dominano tutti i versanti. Nel posto più bello del mondo si continua a combattere.

Dal settembre 1944 all’aprile 1945, la Linea Gotica coincise con il fronte di guerra. Se, ad oriente, gli Alleati riuscirono ad avanzare verso nord da Pesaro a Ravenna, la stessa cosa non avvenne dalla parte opposta della prima linea di combattimento. Per sette lunghi mesi ci fu poco o “niente di nuovo sul fronte occidentale”, malgrado i numerosi tentativi di sfondamento. – Linea Gotica e Sentieri di Pace nelle Alpi Apuane –

ISOLA DI PALMARIA

L’isola di Palmaria, fino alla Seconda Guerra Mondiale, è stata una base militare di notevole rilevanza, perché è stata in parte un territorio militare. Sull’isola ci sono ancora bunker militari sparsi per l’isola risalenti alla seconda guerra mondiale e resti di postazioni d’artiglieria costiera. Altre costruzioni militari, sulla sommità dell’isola, sono inaccessibili ed attualmente in stato di abbandono, altre ancora visibili in altre zone dell’isola.

L’isola Palmaria è sito Unesco, insieme alle altre piccole isole dell’arcipelago di La Spezia e regno della maggior colonia di gabbiani reali del Mar Ligure