Gotica La Via
Chi c’era sulla Linea Gotica

Chi c’era sulla Linea Gotica

SOLDATI

Da dove venivano i soldati che combattevano per il nostro futuro?
Gli Alleati venivano da tutte le parti del mondo.
…e per la prima volta apparvero sugli Appennini fra le forze degli Alleati uomini dai tratti e dai colori diversi, che dettero alla popolazione l’idea della globalità della guerra…

La Linea Gotica è la storia di giovani ragazzi mandati a combattere dall’altra parte del mondo, senza conoscerne neanche le ragioni. La Linea Gotica è terra di tanti cimiteri di guerra dedicati a giovani vite sepolte molto lontano dai loro cari.

Alleati USA – Div. Buffalo

Fra i soldati dell’esercito degli Alleati c’era la 92° Divisione di Fanteria Buffalo USA, nome dato dai nativi americani durante le guerre con gli indiani, composta da soldati afroamericani.

Alleati USA – 10° Divisione

La 10° Divisione di Montagna (light Alpine) contava su soldati specializzati in combattimenti in terreni aspri e accidentati e ben allenati in condizioni impervie (i Colorado a Camp Hale), per poter sopportare i combattimenti sugli Appennini e furono gli ultimi ad arrivare sul fronte di guerra fra il Natale del 1944 ed il 13 Gennaio 1945. Vennero in aiuto agli alleati, in difficoltà sulla Linea Gotica che era ancora ben difesa dai più addestrati soldati tedeschi e si insediarono sull’appennino tosco-emiliano, rilevando le posizioni della 92° divisione Buffalo, perché più addestrati a combattere in territori di montagna accidentati.

Si installarono a Campo Tizzoro sopra San Marcello Pistoiese e si schierarono sul fronte della Linea Gotica. Il loro compito era liberare la provinciale SS 64 dalle micidiali batterie tedesche che impedivano la risalita degli alleati verso Bologna, e conquistare il Monte Belvedere, missione fallita per ben tre volte dai soldati brasiliani della FEB.

Quando tornarono sulle loro montagne in USA, i veterani iniziarono a promuovere lo sci, come attività sportiva e turistica e dettero vita a quelle che ora sono le più famose località sciistiche in USA.

I NISEI

Non dimentichiamoci dei Nisei, il 442° reggimento nippo-americano, soldati USA di origine asiatica. Quella dei Nisei è stata l’unità più decorata della Seconda Guerra Mondiale.

ANCORA SOLDATI DA VARIE PARTI DEL MONDO…

I GURKHA

IN TUTTO 38 ETNIE DI APPARTENENZA DEI SOLDATI CHE COMBATTERONO LA II GUERRA MONDIALE…

I soldati polacchi, del governo in esilio, passarono dalla battaglia di Egitto in Italia e liberarono Ancona e Bologna
Poi c’erano anche i Canadesi dell’Irish Regiment of Canada, che liberarono Cattolica.
La Força Expedicionária Brasileira, conosciuta come FEB, con più di 25000 uomini.

L’esercito neozelandese, composto anche da un Battaglione di Maori, volontari molto legati fra loro da vincoli di parentela perché provenienti dalla stessa tribù.

I Soldati Greci, sudafricani e tutti i soldati di origine italiana, figli degli emigrati italiani che si trovarono a combattere nella patria di provenienza delle proprie famiglie.

… NON SOLO ALLEATI

Sulla Linea Gotica hanno perso la vita tanti ragazzi nostri nemici in quel momento; come non ricordare il tributo di più di 30.000 giovani vite tedesche sepolte al cimitero della Futa e non rivolgere un pensiero a una generazione che indistintamente ha perso la vita in massa per il futuro degli altri.

CIVILI

Deve essere ricordato e onorato il sacrificio della popolazione civile che in Europa ha sopportato i segni della distruzione per decenni, di tutti i soldati da tutto il mondo e quello che hanno dovuto subire nei migliori anni della loro vita. Lettere spedite e mai arrivate alle rispettive case. Lettere angoscianti e messaggi con descrizioni terrificanti. Lager con deportati e condannati a morte per il loro credo, ideale o sessualità. Eserciti di ragazzi poco più che ventenni, famiglie separate, sfollamenti, eccidi, stragi, miseria, enorme sofferenza.

Tutto ciò ha significato il secondo conflitto mondiale e tutto ciò ha attraversato anche la Linea Gotica.

PARTIGIANI

I partigiani erano uomini, donne e bambini che lottavano in nome del patriottismo, della democrazia, della libertà e dell’antifascismo e agirono nel periodo tra l’8 settembre 1943 (Armistizio) e la Liberazione (6 maggio 1945 – fine della Guerra)

I PARTIGIANI erano combattenti armati volontari e non soldati perché non appartenevano ad un esercito regolare. Facevano parte del movimento di resistenza ed erano organizzati in bande, brigate o gruppi, per fronteggiare il nemico nazifascita con l’aiuto della popolazione civile.

Si nascondevano nelle campagne, nei boschi, sulle montagne, fuori dai centri delle città, dove era meno probabile che le truppe tedesche li trovassero.

Nell’estate del 1944 si contano circa 80.000 Partigiani attivi con la loro Resistenza organizzata e combattenti al fianco degli alleati.

Fra le più famose organizzazioni della Resistenza Partigiana: la brigata Maiella, Sozzi, Romagna, Bianconcini, Camicie Rosse-Pampurio, Stella Rossa Lupo, la divisione Pesaro, Apuana e Modena Armando

LA RESISTENZA

La Resistenza è stata un fenomeno europeo di opposizione al nazifascismo, con caratteristiche specifiche in ogni nazione.

Il movimento di Resistenza si compose di orientamenti politici e ideologici vari ed eterogenei, ma rimase unito nel comune obiettivo di lotta contro il nazifascismo, per la liberazione del paese dal nemico straniero e interno. Militari e civili, persone di ogni età, censo, sesso, religione, provenienza geografica e politica partecipano in ogni forma e con ogni tipo di contributo alla lotta di Resistenza, generalmente guidati da coloro che durante il ventennio fascista hanno avversato e combattuto il regime.

La Resistenza in Italia

La Resistenza in Italia prese forma a partire dall’estate 1943, dopo il crollo del fascismo e la stipula dell’armistizio (8 Settembre 1943) con gli Alleati anglo-americani e fu un motore delle operazioni belliche.

La lotta politica e militare fu guidata dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) fino alla Liberazione (per 20 mesi), che organizzò comitati militari nelle città e in montagna, che si costituivano spontaneamente e in clandestinità e segretezza.,.

La Resistenza era composta da gruppi sparsi e diffusi sul territorio, per cui fu complesso e difficile il coordinamento delle operazioni, per le difficoltà di comunicazione e collegamento e la scarsità di mezzi. La Resistenza fu sempre sotto il duro attacco dei nazifasciti che catturavano e torturavano i membri e responsabili del movimento con estesi rastrellamenti.

Nonostante tanti arresti, torture, deportazioni nei lager, fucilazioni, rappresaglie sui civili, il movimento di Resistenza si estende e si radica nel territorio, anche se costretta ad abbandonare città e paesi e a nascondersi sulle montagne.

La Resistenza sulla Linea Gotica

Sulle montagne degli Appennini la Resistenza si consolidò, quando la Guerra si fermò nell’inverno 1944-1945, per l’arresto dell’avanzata alleata sulla linea Gotica a causa del maltempo e della difesa nazifascista. Nella primavera del 1945 l’apporto dato dalla resistenza agli alleati fu determinante per lo sfondamento della Linea Gotica e la Liberazione dei territori.

LE TRAFILE O STAFFETTE DEI PARTIGIANI

I partigiani combattevano con armi impari al fianco dei soldati alleati (stranieri) che erano stati mandati a combattere sulla Linea Gotica per scacciare il nemico nazifascita. I partigiani conoscevano quei luoghi, era il loro territorio che dovevano liberare. Trovavano nascondigli dove vivevano in clandestinità e si muovevano continuamente per non essere scoperti. Avevano però bisogno di rifornirsi, di cibo, di armi e di notizie, ed a questo provvedevano i civili, le comunità locali e altri partigiani, che a rischio della propria vita, ogni giorno si mettevano in contatto con i combattenti nascosti nei rifugi. Per andare a rifornire di armi e cibo i partigiani della Brigata, e per accompagnare nuovi partigiani che si volevano unire a loro, iniziarono delle trafile e/o staffette notturne, che partivano dai paesi, di notte, lungo il crinale dei monti per raggiungere le basi dei partigiani.

Immaginiamoci allora le condizioni in cui queste persone, uomini e donne, e nella maggior parte ragazzi giovani, camminavano in tutte le stagioni dell’anno, senza un abbigliamento adeguato, molto spesso a stomaco vuoto ed esposti all’attacco e alle rappresaglie dei nazifascisti.

Avevano un obiettivo sfidante e una missione che andava oltre le loro vite. Il rischio era elevatissimo, ma incuranti di tutto ciò hanno affrontato l’impossibile. Quindi è’ bello e giusto celebrarli, ricordandoci e facendo ricordare a chi ancora non lo sa, o lo ha dimenticato, quanto davvero hanno fatto per noi.